CIOMPI, TUMULTO DEI
(giugno-agosto 1378). Sommossa dei lavoratori salariati dell'arte della lana (ciompi) scoppiata a Firenze per rivendicare il diritto di libera associazione e rappresentanza politica, e quindi la costituzione di una corporazione autonoma che ne tutelasse gli interessi. Uno dei primi tumulti popolari con finalità politiche, fu originato dalla generale crisi economica e dalla crescente svalutazione della moneta di rame con cui venivano pagati i già bassi salari. Nel mese di giugno la fazione più avanzata del popolo grasso, capeggiata da Silvestro de' Medici, per rovesciare l'oligarchia al potere si alleò con le forze del popolo minuto e magro (appunto i ciompi e gli elementi del mondo artigiano più povero, farsettai e tintori) sulla base di un programma che prevedeva la formazione di nuove arti e consistenti aumenti di retribuzione. Il movimento, che aveva rivendicato un terzo delle magistrature e la carica di gonfaloniere di giustizia, cui venne chiamato Michele di Lando, ebbe inizialmente successo. Ma l'atteggiamento prima di moderazione, poi addirittura di repressione, di Michele di Lando, lo spostamento politico degli artigiani e la forza dell'oligarchia riportarono in breve tempo (agosto) al governo il popolo grasso e medio e all'esclusione dei ciompi da ogni forma di rappresentanza politica.
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